In questo articolo vi racconterò la ristrutturazione completa di un appartamento moderno in Stile Classico Contemporaneo.
Sarà interessante capire chiaramente cosa si intende per Stile Classico Contemporaneo, in che modo questo stile, che strizza l’occhio ad eleganze del passato, possa inserirsi e occupare un posto di rilievo nell’epoca dell’Architettura d’Interni Moderna.
Ma la domanda che è stata sollevata in questo lavoro di ristrutturazione e che suonerà nella testa di molte persone oggi e domani è questa:
E’ possibile realizzare una casa in stile Classico Contemporaneo all’interno di un architettura di recente costruzione in stile moderno?
Perchè finché questo Stile viene proposto all’interno di un palazzetto di fine ‘800 o primi ‘900 la risposta è più facile: certo che si può, è anche un modo per omaggiare l’architettura che ospita la casa stessa.
Ma se l’architettura in questione è un condominio anni 80 figlio della cultura del cemento armato?
Per rispondere accuratamente devo partire dall’inizio e raccontare per bene tutta la storia…
E’ possibile realizzare una casa in stile Classico Contemporaneo all’interno di un architettura di recente costruzione in stile moderno?
E’ possibile realizzare una casa in stile Classico Contemporaneo all’interno di un architettura di recente costruzione in stile moderno?
“ tutto ha inizio da…
I signori Stramaccioni avevano acquistato un attico nei pressi di Assisi, in un condominio anni 80 realizzato per una clientela di fascia alta, con un ricercato livello di finiture.
Quando ci sono entrato con loro per la prima volta la loro idea era quella di essere guidati in un restyling soft dove avrebbero ‘rifatto’ i bagni, ‘rinfrescato’ un pò gli altri ambienti, sostituendo qualche rivestimento e imbiancando un pò il tutto, per poi andare a scegliere gli arredi che mancavano, visto che una buona parte avevano in mente di portarseli dalla casa attuale comunque grande e piena di mobili che come si suol dire “è un peccato non riutilizzare” (quando a volte il peccato è proprio riutilizzarli se la location non è giusta). I mobili che già possedevano erano del genere neoclassico e arte povera in massello scuro, noce o mogano, tipici di chi inseguiva l’eleganza classica negli anni 70-80-90…
E’ stato a quel punto che rivolgendomi alla signora Patrizia, feci la fatidica domanda:
“ma lei se avesse la bacchetta magica e potesse desiderare tutto quello che le passa per la mente che casa vorrebbe per se e per la sua famiglia??”
e lei: “architetto, io e mio marito abbiamo vissuto a Roma 25 anni, dentro di noi c’è la città eterna, io vorrei una casa classica, preziosa e solenne, non amiamo proprio lo stile moderno freddo spigoloso e minimale…”
e io: “allora vi progetterò una casa classica su misura, una casa classica ma che sia figlia dei giorni nostri…perseguiremo uno stile classico contemporaneo!“
“le prime impressioni…
Quella che avevo fatto a Patrizia era una promessa e per me costituiva una sfida non di poco conto. Avevo avuto a che fare con l’interior design classico almeno un paio di volte o tre nel mio percorso professionale. Devo ammettere che non mi ero mai trovato troppo a mio agio nel riproporre ordini architettonici, volute, rosoni e capitelli. Un linguaggio lontano da me, dal periodo storico in cui mi ero formato, dallo stile prevalente degli ultimi 50-60 anni, il minimalismo.
Un paio di volte mi ero ritrovato a proporre l’interior classico in chiave poco più che filologica, all’interno di palazzi storici fiorentini, una volta da giovanissimo anche per una villa in Moldavia, e su quest’ultima esperienza calerei un velo pietoso…
Ma la volta che mi ero divertito veramente era nel piccolo intervento di Torino, dove avevo provato a coniugare classico e contemporaneo nel soggiorno di Casa Matilde.
Proprio come allora, anche questa volta la premessa fu la stessa:
“Patrizia, naturalmente non possiamo non tenere conto che siamo dentro un palazzo condominiale degli anni 80, moderno per tipologia, finiture e linguaggio costruttivo. Quindi per non scadere nell’effetto posticcio del Far West dentro Gardaland dobbiamo cavalcare uno stile che EVOCHI le atmosfere eleganti e accoglienti del classico, ma depurandolo dei troppi sfarzi per ricondurlo ad un’essenzialità più contemporanea…”
e lei per la prima volta mi rispose con quella frase che può commuovere qualunque progettista:
“architetto, faccia lei, le nostre esigenze e i nostri gusti glieli abbiamo fatti capire, adesso siamo nelle sue mani.”
“verso uno stile classico contemporaneo: il viaggio del progetto…
Come avrete visto dalle foto, la situazione era semi-disperata, nel pensare di vestire di un’atmosfera classica questo grande appartamento tutto remava contro.
Nell’ordine:
Pavimenti della zona giorno figli del loro tempo, oggi incontemplabili;
Infissi sottili in alluminio color nero!!…roba tipo da uffici di capannone industriale;
Avvolgibili….con i loro cassoni ben in vista posizionati all’interno sopra le aperture.
Travi in cemento armato ribassate tagliavano le stanze da una parte all’altra, evidenziando la natura moderna dell’edifico con il suo scheletro strutturale di pilastri e travi in vista.
Elementi riscaldanti in alluminio…
Finiture forme e decori che definire demodè è fargli un complimento (vedi la parete camino!)
I Bagni…beh sui bagni non ho parole, guardate le foto vi prego.
La mia prima considerazione fu, come spesso accade, sulla natura da dare all’involucro:
LA PRIMA REGOLA DI UNA RISTRUTTURAZIONE E DI UN RESTYLING E’ AGIRE SULL’INVOLUCRO!
Questa volta ancor più di altre perché l’involucro spiccatamente moderno ci portava anni luce lontano dalla richiesta di sapori classici della committenza.
Agire sull’involucro potremmo dire che differenzia la professione del Progettista d’Interni (o Interior Designer) da quella dell’Arredatore o Decor (con tutto il rispetto e l’importanza che rivestono queste ultime due figure).
Un interno residenziale è caratterizzato prima di tutto dallo stile e dalle peculiarità del suo contenitore (involucro), dei suoi confini o del suo recinto spaziale, ovvero:
le pareti con le sue proporzioni e le sue finiture;
i pavimenti e i salti di quota, forme e materiali delle superfici calpestabili;
le finestre e le porte, forme dimensioni e stili di tutti gli infissi connotano l’involucro;
i soffitti, tipologie costruttive, materiali e finiture o decori incidono molto sulle atmosfere di partenza di un Interior.
In questa casa fare i conti con l’involucro ha significato prendere i punti deboli dell’appartamento e farne una caratterizzazione di forza nella direzione più classica e tradizionale che avevamo deciso di intraprendere.
In questo senso avrei dovuto:
nascondere i pilastri inglobandoli in un gioco di pareti attrezzate e nicchie;
nascondere le travi ribassate in C.A., moltiplicandole e creandoci intorno un ritmo di elementi tipo cassettonato classico, ma dalle proporzioni rivisitate e dal colore bianco candido.
sostituire gli infissi con nuovi elementi in legno bianco all’interno e alluminio nero fuori per rispettare i regolamenti condominiali e dare un prodotto di grandi capacità isolanti.
eliminare assolutamente gli avvolgibili (con buona pace del condominio) e con loro i suoi cassettoni interni, sostituendoli nelle camere con degli scuri per ottenere il buoi totale;
espandere gli spazi rinunciando alla 3a camera per ottenere un soggiorno degno di un appartamento di 150 mq e una cucina abitabile comoda e ricca;
progettare un pavimento tutto disegnato su misura con giochi di cornici con fasce e bindello e una posa tradizionale di listelli a spina italiana o spina di pesce di afrormosia, un’essenza esotica molto preziosa di un eleganza particolare come vedrete.
Le altre operazioni concordate con la proprietà sarebbero state quelle di rifare completamente i bagni, adeguare gli impianti, ripensare tutto il progetto illuminotecnico di casa e preoccuparci anche della grande terrazza a sud, con uno spazio barbecue in prossimità della cucina.
Ma vediamo ambiente per ambiente e punto dopo punto come è stato letteralmente trasformato questo prestigioso appartamento a due passi dalla storica, meravigliosa Città Santa di Assisi.
“L’ingresso, il salone, la sala da pranzo…una zona giorno in stile classico contemporaneo
Uno dei primi problemi distributivi da risolvere, come quasi ogni volta accade, era quello di capire come far “girare” il living, con ingresso+soggiorno+zona pranzo…che voleva dire in soldoni:
provare a trovare una soluzione per “rimandare” l’entrata nel living tramite un espediente di “area ingresso” visto che le dimensioni della casa lo avrebbero concessodisporre i divani in una maniera tale da guardare comodamente la tv e poter colloquiare in una configurazione a più posti a sedere possibile che lo spazio permettessedisporre il tavolo da pranzo in una posizione più defilata rispetto all’ingresso, in modo da ripararlo maggiormentee dargli più privacy in caso di cena con ospiti.
Questi tre obiettivi hanno dato origine alla grande parete attrezzata che ha finito per costeggiare, rivestendola, tutta la parete di fronte alle finestre e porte finestre, proseguendo fin davanti al portone d’ingresso costituendo così una zona filtro e guardaroba per quando si entra in casa.
Questa parete costruita con un mix di cartongesso di design e sportellature in legno massello, vuole essere una citazione delle sontuose librerie delle dimore classiche riproposta in chiave semplificata, stilizzata e più essenziale. (vedi foto librerie classiche)
Insieme a lei tutto l’involucro della zona giorno si caratterizza di citazioni classiche, quali le specchiature alle pareti, il soffitto a cassettoni e cornici in gesso proposti in forma stilizzata e purificata dall’atteggiamento cromatico del total white, la grande nicchia che affianca l’ingresso e che ospita una statua della Venere che dialoga con un dettaglio di amore a psiche del Canova stampato sulle ante del dressing di fronte al portone….
Poi ci sono i divani classico-moderni Rubens della Ditreitalia disposti a ferro di cavallo di fronte alla tv che ha trovato spazio proprio nel lembo di parete attrezzata che scherma l’ingresso.
Completano il living una paio di elementi sempre disegnati da me, come le consolle d’ingresso e un’altra consolle che affianca i divani con i suoi pouf accoppiati, più altri elementi scelti insieme ai clienti quali il tavolino da fumo in plexiglass e gli elementi di illuminazione, lampadario e appliques che vogliono anche loro partecipare al gioco di reinterpretazione del classico.
La zona pranzo trova spazio in fondo al living, là dove un tempo si trovava la terza camera che è stata aperta per fare spazio alla zona giorno.
Sulla parete di sfondo all’area pranzo troviamo due appliques che incorniciano un gigantesco dettaglio di due Grazie della Primavera del Botticelli.
Il tavolo da pranzo e la credenza sono state realizzate su disegno proprio per proseguire su quella sottile linea di confine tra classico e contemporaneo minimale.
Sarete voi a dire se su quella sottile linea io sia riuscito o meno a fare l’equilibrista….
La parete che divide living e cucina ospita 3 campiture, la prima delle quali come abbiamo visto ospita la statua che ti accoglie all’ingresso, quella di sinistra è una specchiatura con i dualismo cromatico che si trova in tutta casa, bianco/sabbia, e la campitura centrale è costtuita da due ante scorrevoli a tutta altezza che possono aprire un’ampia veduta sulla cucina abitabile.
Entriamo in cucina.
“la cucina abitabile e tutta una serie di angoli segreti…
La cucina è stata allargata di circa mezzo metro per renderla più vivibile nella configurazione di tutti i giorni.
Basi, pensili e colonne sono stati disposti in linea e li troviamo di fronte entrando dalle due ampie ante scorrevoli.
Lo stile della cucina Stosa è anch’esso studiato in quella terra di mezzo che ormai abbiamo capito essere il classico-attualizzato, ovvero lo stile classico contemporaneo: sportelli con riquadrature sguinciate realizzate in larice bianco a poro aperto, cappa in acciaio su mensole bianche e il tutto inglobato in un gioco di intarsio dentro al muro in cartongesso.
Grande protagonista della cucina è il pavimento, con il parquet di afrormosia a spina che entra nell’ambiente costituendone il tappeto centrale, mentre tutto intorno ai piani di lavoro una fascia di pietra, in tono con il top in quarzite, fa da cornice al legno di centro stanza.
Altro protagonista il tavolo da pranzo, realizzato su disegno, con gambe e fasce in stile con il tavola della sala, ma con il piano della stessa quarzite del topo della cucina.
All’interno della cucina trovano spazio due ripostigli e una nicchia per la tv, ricavati con un gioco di cartongessi che anche in questo caso vanno a nascondere pilastri e travi ri-calate inglobando il tutto in un gioco che sembra voluto per caratterizzare lo spazio.
Ma andiamo finalmente nella zona notte…
“la zona notte e il primo bagno…
Superata la porta che divide l’ingresso dalla zona notte troviamo subito a sinistra il primo bagno-lavanderia, che è quello preposto anche per gli ospiti come bagno cortesia.
Viste le dimensioni generose dell’ambiente sono stati ricavati un vano ripostiglio e appunto una lavanderia, entrambi nascosti dietro due grandi ante che permettono di non intaccare l’eleganza del bagno, tutto quanto realizzato su misura e rivestito completamente di mini-tessere anticate di mosaico color perla.
E’ stato realizzato su disegno il lavandino in muratura, le incorniciature del grande specchio e le nicchie dentro la doccia; anche in questo caso, tutto è iniziato per nascondere un grosso setto in C.A. che usciva dalla sagoma della muratura. I punti deboli usati come sfida per ottenere delle caratterizzazioni a punti di forza.
In terra è stato proposto lo stesso parquet a spina e sul soffitto un abbassamento a isola, con stacco perimetrale permette alla luce di colare e rimbalzare sulle tessere luccicanti del mosaico.
Concludono il gioco dei decori, rubinetterie e sanitari di design in stile classico-contemporaneo e un’immagine intarsiata nel mosaico rappresentante le bagnanti di Renoir rielaborata graficamente per intonarsi ai cromatismi tenui del bagno.
“il bagno padronale….in stile classico contemporaneo più che mai
Rimanendo in tema di bagni vado a raccontare il secondo bagno che trova spazio in fondo al corridoio, il bagno padronale. In questo caso ho fatto una cosa che non faccio spesso, ho usato le mattonelle di rivestimento.
Ma dato che odio letteralmente il fatto di rivestire il bagno fino ad una certa altezza (1,20 m o 2 m che sia), allora non solo ho rivestito completamente le pareti fino alla cornice di controsoffitto, ma ho anche disegnato un gioco di specchiature che si ispira a quello che abbiamo visto nella zona giorno.
Troviamo quindi le quattro pareti del bagno incorniciate da lastre bianche di gress senza soluzione di continuità che riquadrano le superfici centrali in mattonelle 30×20 in rosa antico opaco, e sul soffitto un quinto riquadro è determinato da una cornice perimetrale che nasconde una luce a led.
Alla sinistra dell’ingresso trovano spazio i due sanitari in stile classico-contemporaneo, di fronte una vasca ad angolo, e sulla parete di fianco all’ingresso un mobiletto è stato progettato su misura per ospitare due lavandini con i rispettivi specchi a cornice stilizzata sempre realizzati su disegno.
Sul pavimento anche questa volta il parquet fa da protagonista, perchè credo che proprio nei bagni ci sia il maggior gusto dello stare scalzi sul legno naturale….e non vale la pena secondo me farsi spaventare da chi dice che si rovina.
Io ce l’ho in casa da 18 anni e non ha fatto una piega. Certo non siamo i tipi che fanno la doccia facendo uscire onde di acqua ovunque e se accade non lasciamo pozze in giro senza pulire per giorni…
Basta un utilizzo con un minimo di attenzione e il parquet è più che ben accetto nel bagno…
“La camera della figlia e la camera padronale…
In fondo al corridoio si fronteggiano le due camere matrimoniali, la prima è della figlia, e in questo caso abbiamo trovato insieme tutti gli elementi di arredo: comò, comodini, letto e armadio sono stati scelti per esaltare lo spirito frizzante di una giovanissima ragazza, e gli elementi di illuminazione a gocce di cristallo hanno contribuito a dare brio ed eleganza ad uno stile che voleva comunque essere classico e moderno allo stesso tempo.
Nella camera matrimoniale invece il livello di personalizzazione si è spinto ancora più avanti, e sono arrivato a disegnare il letto, il comò, i comodini, e giocare con il cartongesso per creare una parete testata con una carta da parati della Glamora che descrive un mondo onirico senza tempo, in perfetto stile con il sapore dei complementi, romantici e insoliti, classici e contemporanei.
“infine vi voglio dire che…
Casa Patrizia è un episodio piuttosto particolare per un Interior Designer. Vi spiego perché.
Come ci siamo detti a più riprese per “Casa di Design” si intende una “casa disegnata/progettata con evidente ricercatezza e attenzione”; questa definizione non vuol essere un giudizio sulla bontà del risultato ma sul tipo di approccio. Stesso dicasi per “Casa d’Autore” (ne parlo a lungo in questo articolo).
Quando diciamo “casa progettata” ci riferiamo ad uno studio organico di tutti gli spazi affinché grazie ad una serie di espedienti di interior, decori, scelte di arredi adeguate e magari il disegno su misura di alcuni elementi, si possa alla fine osservare una coerenza di stile ed una personalità che sono poi quelle che fanno esclamare a chi osserva il risultato finale la frase retorica “si vede che c’è stata la mano dell’architetto!”.
Di solito un designer auspica di poter intervenire sull’involucro, disegnando l’architettura d’interni e scegliendo scrupolosamente con la committenza alcuni elementi di arredo. A volte il designer se li progetta su misura alcuni di questi elementi di arredo, mobili o fissi, per motivi di spazio o di ricerca di uno stile preciso…
Beh, vi sto dicendo tutto questo perché in Casa Patrizia è avvenuta una circostanza non consueta, perché tolti pochi pezzi, come le sedute e gli elementi d’arredo della camera della figlia, è stato disegnato praticamente TUTTO.
Le pareti attrezzate, la cucina, i bagni, i pavimenti, la camera padronale, fin anche gli elementi mobili come tavoli, credenze, consolle, specchi, cornici, letti, comodini, comò e armadi….
Forse perché si trattava di cavalcare quella ormai nota onda di stile in bilico tra classico e moderno, uno stile classico contemporaneo del quale non si trova molto in giro tra i vari brand, forse perché un pezzo per volta la committenza ha iniziato a prenderci gusto all’idea di farsi una casa con elementi ed arredi che avrebbero avuto loro e solo loro….fatto sta che ad un certo punto abbiamo smesso di andare in giro a cercare quello che ci serviva per completare l’appartamento e abbiamo disegnato e fatto realizzare da artigiani fantastici ogni cosa!
Dato che tutto è stato Designed (Disegnato/Progettato)… è in tal senso che mi viene da dire che Casa Patrizia, e altre case altrettanto curate nel progetto, siano considerabili delle Case di Design!
Siete d’accordo?
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