dov’è l’eccezionalità in questo tipo di approccio?
Attenzione: non ho nulla in contrario coi pezzi di design, anzi apprezzo molto certi brand che hanno creato tavoli, divani, letti e quant’altro che hanno reso l’Italia il punto di riferimento nel mondo per il design di lusso.
Ed è sicuramente bello avere alcuni pezzi di design in casa a coronare un progetto di un certo livello e prestigio appunto.
Ma se la personalizzazione della propria casa, del propio appartamento si riduce ad una scelta di elementi da appoggiare nello spazio, dove sta appunto l’eccezionalità?
Dove sta un più profondo e vero concetto di personalizzazione?
Come emerge il carattere degli abitanti? In base al tipo di selezione svolta?
Mhmm si può fare più di così, c’è una strada alternativa e voglio mostrarvela.
Ad amplificare quello che voglio dire ci si è messa la dimensione sempre più piccole degli appartamenti in città come Milano o Firenze, dove opero maggiormente, ma vale per ogni grande città o cittadina, e spesso vale anche negli appartamenti fuori città, persino nelle “villette” dei piccoli paesi di provincia.
Capita che i clienti mi facciano vedere cucine, o librerie, o divani che si trovano in spaziosissimi ambienti di showroom, che nulla hanno a che fare con le proporzioni degli appartamenti di oggi.
Quello che invece che serve fin dall’inizio è un approccio progettuale totalmente calato nel contesto specifico, che faccia i conti esattamente con i centimetri a disposizione, con la posizione delle finestre, l’arrivo della luce, le proporzioni degli ambienti.
Quello che serve è un incedere sartoriale che cucia letteralmente gli arredi con lo scopo di impreziosire ogni muro, sfruttare ogni angolo, valorizzare ogni scorcio.
Quindi non “appoggiare dei mobili ai muri” , ma disegnare e valorizzare ogni “quinta” della casa come fosse la facciata protagonista dello spazio, attraverso degli arredi sartoriali, personalizzati su misura, e dove ogni centimetro è Design, non un solo mobile, ma ogni punto, ogni angolazione, ogni parete è involucro e arredo, proprio come avviene nello Yacht Design, ambito nel quale ho fatto esperienza tanti anni fa, durante i miei primi anni di attività.
Descrivo questo approccio progettuale, di architettura d’interni, in vari articoli dove parlo delle mie “Furniwall”, ovvero arredi strutturali che annullano il concetto di mobile” (furnirure) e di muro (wall), fondendoli in un nuovo modo di concepire gli spazi, le Furniwall appunto.
Come potrete leggere approfonditamente in nell’articolo sulle Furniwall, questo approccio ha molto a che vedere con l’interior design degli Yacht, perchè in quei casi non ci sono prima i muri, e poi gli elementi di arredo, ma c’è un unico gesto di interior design che divide, arreda, crea bellezza e materia, crea occasione di contenimento, crea composizione di forme e di luce.
Questo appartamento, casa Roberta, mi ricorda l’interno di uno Yacht, forse per la presenza del legno e dei colori caldi, forse per la presenza di una scala a chiocciola di Design, ma anche perchè non c’è nessun muro “nudo”, che sia solo muro.
Quasi neanche il soffitto è solo soffitto, ma ci sono sempre dei giochi di cartongesso utili a creare giochi di luce con linee luminose che si rincorrono per illuminare la casa.